Assemblea 2016 – Relazione del Presidente

Quando abbiamo pensato a questa  giornata dedicata alla nostra associazione, abbiamo deciso di iniziarla con questa assemblea dei soci, non solo perché lo statuto ci impone di approvare il bilancio consuntivo del 2015 e quello preventivo del 2016, ma perché crediamo sia importante che il nostro direttivo, che eleggeremo oggi come da statuto, debba essere ampliato, aggiornato e reso più adeguato al lavoro del futuro.

Voglio ringraziare chi ci ha sostenuto e ci sostiene economicamente, quindi ringrazio gli sponsor, chi è diventato socio, chi rinnoverà la tessera e chi la prenderà per la prima volta, dato che da oggi parte la campagna soci del 2016. Senza queste entrate sarebbe impossibile realizzare qualsiasi iniziativa.

Possiamo esprimere un giudizio positivo sul 2015, per le iniziative svolte, per l’inizio di un confronto aperto e interessante con settori importanti della società, per il rapporto con le scuole e i ragazzi che hanno portato le loro idee nelle nostre, anzi, nelle loro iniziative, come è successo coi bellissimi lavori presentati il 9 maggio da 4 classi delle scuole superiori, liceo classico, liceo artistico, liceo delle scienze umane e istituto professionale.

Quella giornata si è conclusa con l’assegnazione al lavoro giudicato migliore di un premio di 500 euro che è andato a finanziare i loro progetti scolastici. Credo di poter dire che quei soldi siano stati investiti bene.

Quel lavoro è stato riproposto in una giornata del festival del dialogo dello scorso ottobre: in quella occasione i ragazzi del liceo artistico, dopo aver prodotto un lavoro bello e interessante, ci hanno consegnato il logo del festival del dialogo.

Molto bella è stata anche la partecipazione dei ragazzi delle scuole elementari e medie con lavori molto ben fatti e ben coordinati, anche nel poco tempo a loro disposizione.

DI grande interesse anche l’iniziativa sul dialogo fra religioni: un tema di grande importanza sul futuro dell’umanità che deve far crescere un dialogo più laico e aperto su obiettivi che non sono proprietà di nessuno ma di tutti, come la pace, l’ambiente, i diritti e i doveri di tutti, il rispetto per gli altri, che siano neri, gialli o rossi…

Nel festival del dialogo del 2015 è stata dedicata una serata alla presentazione del “MANIFESTO PER ORVIETO CITTA DEL DIALOGO”, con un brillante e interessante contributo del concittadino scrittore Guido Barlozzetti, per il quale propongo all’assemblea l’assegnazione della tessera di socio onorario.

L’idea di Orvieto città del dialogo è transitata e deve transitare nella società e, comunque, ha già trovato il consenso del Consiglio Comunale di Orvieto che ha approvato all’unanimità la mozione di adesione al manifesto, di cui dirò più ampiamente tra poco.

Insomma, pensiamo che il 2015 abbia sancito la fine del rodaggio della nostra associazione, perché è cresciuta la nostra presenza tra la gente, perché è aumentato anno dopo anno il numero dei soci (siamo partiti da 13 quando siamo nati nel 2015 siamo a 70), perché le prerogative per cui siamo nati sono state percepite e rispettate, e siamo sicuri che si rispetteranno anche in futuro.

Con queste premesse abbiamo iniziato a programmare il 2016, continuando a sviluppare rapporti con tutti, essendo aperti a chi come noi sente la necessità di fare qualcosa che vada oltre se stessi.

Vogliamo continuare a collaborare con i giovani e con le scuole, restando  disponibili e aperti.

All’iniziativa di maggio 2016 parteciperanno più classi di più scuole, perché si allarga la partecipazione, il macro-tema che abbiamo suggerito di approfondire e sviluppare è: “Dall’egocentrismo all’eco-centrismo, la necessità di un nuovo dialogo tra uomo, scienza e natura”.

Parallelamente si sta allargando la partecipazione delle scuole medie ed elementari al festival del dialogo del 2016: a loro abbiamo chiesto di lavorare sul loro concetto del dialogo.

Dobbiamo sicuramente ringraziare i presidi, i docenti e i ragazzi che con il loro impegno e la loro disponibilità hanno lavorato e lavorano per la bella riuscita delle iniziative. Riteniamo fondamentale questo loro lavoro, non solo perché questi ragazzi sono il futuro, ma perché i loro lavori e i loro argomenti arricchiscono il dialogo che sta cambiando e conoscendo nuove frontiere

Ci ha colpito l’affermazione di una dirigente scolastica che, quando noi sostenevamo che i giovani non dialogassero, ci ha ripresi osservando che i giovani dialogano e sanno dialogare, in forme nuove e mutevoli; siamo noi che dobbiamo aprirci al loro modo di dialogare.

Ma perché siamo fissati con questa parola, “dialogo”? Perché crediamo che sia l’unico modo per affrontare un progetto di futuro, qualsiasi esso sia.

E perché abbiamo presentato il Manifesto per Orvieto Città del Dialogo? Ve lo racconto con un aneddoto: ho partecipato qualche tempo fa alla presentazione di un libro sul pozzo di San Patrizio e la metafora che veniva fuori e che a me pare renda l’idea è la differenza tra il narciso che si specchiava al primo specchio d’acqua che trovava, piacendosi così tanto da fare la fine che fece. Chi si specchia nel profondo di se stesso, nelle viscere della terra, avvertendo nel buio l’esigenza di risalire ma sapendo che la strada per risalire non è la stessa dalla quale si è entrati, questa è la metafora che fa capire perché un gruppo di persone abbia fondato questa associazione e perché altri abbiano aderito, facendo nascere l’idea di una città del dialogo.

Fazio degli Uberti definì Orvieto “città alta e strana”; Guido Barlozzetti aggiunse “…e rissosa” come se il mondo sfiorasse i dintorni della rupe, tutto ciò è messo definitivamente in discussione perché è nella città chiamata mondo che c’è anche la nostra città: ecco la necessità non più rinviabile di aprirsi al nostro interno e al mondo circostante.

Dobbiamo dire che un bel lavoro è iniziato con i diversi incontri con il mondo del volontariato, dove è emersa una grande volontà di spendersi, frenata da uno scetticismo forse eccessivo, ma non sempre ingiustificato; così come sono iniziati contatti con il Centro Studi Città di Orvieto, con cui pensiamo di realizzare delle iniziative congiunte, allargando la collaborazione ad altri.

Davvero interessanti le associazioni dei giovani, dal gruppo che ha organizzato l’anno scorso il festival dello studente (al quale siamo stati invitati e abbiamo molto volentieri partecipato), al gruppo di Ciconia Start, che ormai è una realtà che organizza iniziative costanti e importanti, dimostrando capacità e volontà di confronto, non essendo contagiati da quell’autorefenzialità che troppe volte ci frena; per questo vorrei ringraziare la presidente Serena Antonini per la sua presenza, ricordando una frase che mi disse quando ci siamo incontrati la prima volta: “se io posso fare qualcosa per gli altri, allora tutti possono fare qualcosa”.

Ci sembrano poi altrettanto interessanti le idee scaturite dall’incontro con i rappresentanti del consiglio comunale e con il sindaco, con cui si è deciso di convocare un incontro con i rappresentanti della società e con i comuni limitrofi, per chiedere la condivisione del manifesto Orvieto città del dialogo e per lanciare alcune iniziative, come quella di un documentario con testimonianze dirette e indirette, per rinfrescare le nostre origini e capire come è cambiata la nostra città nel tempo: sapere chi eravamo e chi siamo ci aiuterà a capire meglio dove vogliamo andare.

Un’altra idea che p scaturita da questi incontri con l’amministrazione è quella di individuare uno spazio fisico del dialogo, cioè uno o più luoghi pensati e progettati per l’incontro, per ritrovarsi e per confrontarsi; questa idea ci sembra interessante e merita senza dubbio un approfondimento.

Come possiamo vedere, non siamo soli: ci sono gruppi persone, uomini, donne, giovani, che vogliono spendersi mettersi in gioco; è vero che dobbiamo farlo prima di tutto noi stessi, ma è vero anche che, nel farlo tutti, bisogna essere chiamati a condividere scelte collettive e non soltanto a subirle. Perché “Orvieto città del dialogo” non è uno slogan, un manifesto, qualcosa che abbiamo lanciato e per il quale vogliamo un premio. No, è la bozza di un progetto che si può adeguare e modificare in corso d’opera, è una scatola da riempire, una cultura che deve crescere con tutti coloro che sentono la necessità di risalire da quel buio del pozzo.

Allora perché la nostra città, che ha strutture, storia, arte, ottime vie di  comunicazione, non può diventare un laboratorio di idee, un luogo dove ci si confronta aprendoci al mondo su temi che toccano tutti e guardano oltre? A quante cose abbiamo pensato da quando siamo nati e quanti stimoli possono ancora venir fuori?

Vorrei giusto farvi qualche esempio: essendo permeati dalla tecnologia, che è sempre più determinante per la nostra vita, l’interrogativo è: “sarà l’uomo a gestire la scienza e la tecnologia o saranno la scienza e la tecnologia a costruire l’uomo del futuro?”, o ancora: “dobbiamo difendere la natura o dobbiamo dialogare con essa visto che lei si sta difendendo e ribellando da sola?”; potremmo proseguire: “sarà mercificata la dignità dell’uomo?”, “quali saranno e come si affronteranno le vecchie e nuove povertà?”, “quale sarà il lavoro del futuro?” e potremmo andare avanti a lungo.

Dobbiamo creare un nuovo modo di produrre, di spendere, di consumare, riducendo gli sprechi, inquinando di meno e trovando un equilibrio nuovo di vivere. Saremo troppo ambiziosi, troppo sognatori, ma è un popolo che si dà delle regole, non le regole che fanno un popolo.

Da parte nostra non vogliamo vivere di nostalgia o di vendetta verso qualcuno; vogliamo dare una mano, un contributo senza pretese. D’altronde sul nostro sito abbiamo scritto: “siamo delle gocce in un mare che -però- è fatto di gocce”. Con questo spirito abbiamo lavorato in questi anni; non tutto sarà stato perfetto, ma tutto è perfettibile con l’aiuto di tutti.

Vogliamo allora farci conoscere e conoscere meglio gli altri per scambiare riflessioni, idee, proposte, disponibilità per informarci… a questo proposito pensiamo di aprire un blog sul quale ci informerà Massimo Rosmini.

E passiamo alle proposte organizzative:

Proponiamo di portare a 5 i componenti del direttivo che finora era di 3 come imposto dallo statuto soprattutto perché vogliamo che dal di fuori possa sembrare troppo ristretto. In realtà non ha mai deciso niente senza il parere e l’approvazione della parte attiva dell’associazione e cioè i gruppi di lavoro, che stanno già lavorando sul prossimo festival del dialogo che si svolgerà il 14, 15 e16 ottobre nel quale speriamo di coinvolgere altri personaggi e realtà della società e che a giorni dovremo definire.

Naturalmente un direttivo a 5 non cambierà l’impostazione, che sarà sempre incentrata sui gruppi di lavoro, aperti al contributo di chi può e vuole darlo.

Concludendo vorrei ringraziare chi partecipa a questa giornata e anticipatamente tutti coloro che daranno la loro disponibilità per quello che possono, come noi tutti, sperando di sentirci sempre più ospiti e sempre meno padroni del mondo.

Erasmo Bracaletti – 28 febbraio 2016

 

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Sono risultati eletti come membri del Consiglio Direttivo i soci: Donella Mezzoprete, Erasmo Bracaletti, Francesca Spadaccia, Massimo Marchino e Paolo Maiolini.
Il direttivo sarà chiamato a scegliere al proprio interno il presidente, il vicepresidente e il segretario-tesoriere.

Confermati i revisori dei conti: Antonella Graziani, Giuseppa Basili e Stefano Talamoni, anch’essi chiamati a nominare un presidente.