ASSEMBLEA SOCI 2018

ORVIETO, 25 FEBBRAIO 2018 – RELAZIONE ASSEMBLEA DEI SOCI

Buongiorno a tutti e benvenuti alla nostra tradizionale festa di primavera e all’annuale assemblea dei soci, aperta a tutti coloro che sono interessati.

Come consuetudine faremo un bilancio del 2017 e illustreremo, in linea di massima, il programma del 2018.

Dell’anno passato crediamo si possa dare un giudizio positivo, tenendo sempre presente che niente è perfetto, ma tutto è perfettibile.

Abbiamo continuato sulla strada dell’apertura alla società e quindi collaborato e lavorato insieme ad altre associazioni, alle istituzioni, a singole persone; oramai crediamo sia passata l’idea per cui siamo nati (la nostra mission) e la disponibilità a lavorare con coloro che sono disposti a spendersi, questo gratifica il nostro lavoro e ci rende contenti, consolidando l’idea di una mente aperta.

Abbiamo iniziato con l’individuare il tema del 2017, che era “femminile maschile a che punto siamo?” , su cui poi torneremo per fare un piccolo resoconto  del lavoro fatto.

Anche lo scorso anno, più o meno in questo periodo, si è tenuta la festa di primavera, poi il 26 maggio si è svolta l’iniziativa di presentazione degli elaborati dei ragazzi per il concorso delle scuole superiori: i lavori erano davvero molto belli; l’impegno dei ragazzi e dei loro insegnanti è emerso con chiarezza, come, del resto, in tutte le edizioni.

Bellissimo il lavoro che è stato premiato, tanto che dovrebbe essere riproposto in una iniziativa dell’Università della Tuscia a Viterbo.

Vorrei ringraziare i dirigenti e i docenti oltre ai ragazzi e ai bambini di tutte le scuole, dalle superiori alle medie e alle primarie, per l’impegno dei precedenti anni e per la disponibilità data per il futuro, visto che già stanno lavorando sul tema del 2018.

Il 14 giugno abbiamo ricordato una data importante per Orvieto, poiché nello stesso giorno del 1944 la nostra città fu risparmiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, abbiamo pensato di chiamare l’iniziativa “CITTA’ APERTA”, puntando sulla bellezza dei suoi monumenti e sull’importanza del suo patrimonio storico.

In occasione di quella ricorrenza, infatti, abbiamo organizzato insieme al Comune una iniziativa presso il laboratorio Michelageli, che ringraziamo per la disponibilità; si è trattato di un evento molto interessante nei contenuti e davvero partecipato.

Con la magistrale lezione dello scrittore nostro concittadino Guido Barlozzetti, che ringraziamo per la sua generosità, abbiamo realizzato un libro, «La bellezza salverà il mondo?» molto bello e interessante, che in quella occasione abbiamo  presentato e che ci ha anche consentito di rimpinguare le nostre finanze.

Se nel 1944 la bellezza ci salvò dalla distruzione, noi crediamo che Orvieto possa dare un importante contributo anche grazie alla sua storia, ci dobbiamo credere e dobbiamo investirci.

Ma allora, valorizzando e investendo su quell’anniversario, Orvieto potrebbe diventare città  aperta al dialogo?

Il dialogo  è alla base della nostra attività e che rappresenta ormai con il suo festival  un appuntamento annuale dove ci si confronta  su temi che interessano tutti noi, con serenità, sensibilità, onestà intellettuale, facendo prevalere il contagio delle idee rispetto alle paure.

Crediamo che il festival del 2017  abbia  spinto in avanti questo processo.

Buona la partecipazione, sicuramente superiore agli altri anni, soprattutto nei dibattiti e nelle iniziative culturali che affrontavano un tema di grande impatto sociale.

In questa crisi esistenziale che stiamo attraversando, i temi del femminile-maschile e della famiglia, non solo sono di grande attualità, ma di straordinaria prospettiva futura.

Una nuova cultura dell’essere donna e dell’essere uomo, della famiglia e delle famiglie, quali i nuovi ruoli, quali nuovi equilibri potrebbe portare? perché non può esistere in questo nostro mondo qualcuno che non ha un ruolo? cosa va ridefinito? come possiamo evitare di creare nuovi stereotipi, senza demonizzare nessuno e condannando con forza qualsiasi forma di violenza?

La prima mostra di pittura, scultura e fotografia ha  aperto e integrato il festival ad una partecipazione interessata, dando un contributo culturale e artistico all’iniziativa e alla associazione; il giudizio positivo degli artisti e la presenza costante e interessata dei visitatori ci fanno ritenere che sia una iniziativa da ripetere e da valorizzare.

I bambini delle elementari e i ragazzi delle medie con i loro lavori trasmettono sempre genuinità e purezza, mettendo spesse volte in difficoltà noi adulti (e questo non ci dispiace!); gradita è stata la performance del Mago del Lapone ed il gelato offerto a tutti i bambini.

Non meno interessante il laboratorio per i più piccoli che, con la sapiente gestione dell’Alveare di Silvia e Valentina Pettinelli, ha stimolato la loro creatività. M i piace ringraziare l’Alveare Centro Crescita anche per la disponibilità data per il 2018.

Dicevamo  prima che nel 2017 c’è stata maggiore collaborazione e maggiore protagonismo tra le associazioni e con singole persone.

Con i comitati di quartiere, ad esempio, con i quali abbiamo presentato alle scuole superiori il tema del 2017 e nei primi di questo mese il tema del 2018, c’è ovviamente piena volontà a continuare in questa collaborazione sia all’interno di Orvieto in Fiore che per altre iniziative.

L’Albero di Antonia, il Filo di Eloisa, la Scuola di Musica Adriano Casasole ed i Lettori Portatili hanno dato un contenuto importante alla iniziative, con materiale di riflessione, impegnandosi nel garantire la presenza di interlocutori molto preparati. Abbiamo apprezzato le mail di ringraziamento e di amicizia che ci hanno inviato.

Abbiamo chiuso l’anno a dicembre insieme alla Libreria dei Sette con la presentazione del libro «La scuola cattolica» di Edoardo Albinati vincitore del premio strega 2016, iniziativa che ha arricchito non poco il tema FEMMINILE MASCHILE.

Ci siamo quindi confrontati sul tema del 2018.

Abbiamo riflettuto abbastanza prima di stabilire il titolo «Mediterraneo: mare che unisce o divide? Storia, cultura, economia, geopolitica».

Ci sembra fuori discussione lo spessore del tema; la cosa su cui stiamo lavorando e per cui chiediamo il contributo di tutti è lavorare affinché non diventi un tifare pro o contro qualcuno, ma  un approfondimento storico di ciò che è stato questo mare e cosa ha rappresentato per queste due sponde del mondo, tra il Medio Oriente, l’Africa e l’Europa, dai Romani ai Cartaginesi agli Arabi fino ai giorni nostri, prima di diventare mare funesto degli ultimi anni.

La domanda che sta nel titolo è: può il Mediterraneo in un mondo globalizzato avere un nuovo ruolo? Può essere un nuovo crocevia di scambio storico, economico geopolitico? Può essere incontro di una nuova cultura dell’Italia, dell’Europa e del Mondo? Può essere un mare che unisce anziché dividere?

Lanciando  e ponendoci  queste domande che abbiamo deciso tutti d’accordo di proporlo.

Un bel segnale è stato l’interesse dimostrato da parte delle scuole superiori, e non solo, alle quali abbiamo già consegnato un progetto con il titolo, sul quale stanno già lavorando; magari diremo qualcosa dopo in merito alla presentazione dei lavori.

Stiamo lavorando da tempo perché Orvieto ufficializzi un segno di ricordo della permanenza di un grande personaggio della storia cioè SIGMUND FREUD; riprendendo un lavoro fatto alcuni anni fa dall’Associazione Fidapa e il 21 aprile, insieme a quest’ultima, all’Istituto d’Arte e al Comune di Orvieto, con la collaborazione del Centro Studi ci sarà la giornata dedicata a FREUD che non solo concluderà il lavoro fatto negli anni precedenti, ma darà inizio ad un approfondimento  negli anni a venire in merito ad un personaggio che ha aperto una strada importante sulla psicoanalisi, anche ammirando le bellezze della nostra città.

La giornata inizierà la mattina con la presentazione dell’iniziativa presso la sala del consiglio comunale, cui seguirà la scopertura della targa apposta a palazzo Bisenzi dove FREUD ha pernottato, poi nel pomeriggio, presso Palazzo Negroni, si terrà una interessante tavola rotonda sul pensiero freudiano.

È già stato inserito nel cartellone del teatro Mancinelli, per il prossimo 27 aprile, lo spettacolo su FREUD e SIGNORELLI: una serata sicuramente molto bella e importante alla quale partecipare e lavorare per far partecipare. Grazie fin da ora a chi sta già lavorando in tal senso.

Vorrei sottolineare, a tal proposito, che la targa da apporre a Palazzo Bisenzi è stata sapientemente  progettata dai ragazzi  del Liceo Artistico di Orvieto con l’aiuto dei loro insegnanti; sarà realizzata e offerta dalla Saxa lavorazione marmo della famiglia Crescini e da Moreno Biritognolo lavorazione artistica del ferro.

Ringraziamo tutti da parte nostra e crediamo di poterlo fare anche da parte delle altre associazioni e dell’amministrzione comunale

Questo dimostra la sensibilità della nostra gente,delle scuole e dei nostri artisti e la volontà di spendersi verso qualcosa che appartiene a tutti.

Questo per la storia non è sicuramente cosa rara ma ai nostri tempi fa notizia.

Ritornando alle scuole, il 18 maggio verranno presentati i lavori dei ragazzi delle superiori, che quest’anno dovrebbero essere più numerosi e, come sempre, di grande interesse. Stiamo già lavorando alla commissione che valuterà i lavori, ad una premiazione diversa ed alla riorganizzazione della giornata.

Abbiamo già la disponibilità della società S.O.C.A. di Giuseppe Bocchino come sponsor dell’iniziativa e speriamo che altri contribuiscano alle casse dell’associazione. Un sincero grazie alla S.O.C.A per il contributo e un plauso alla sensibilità di Giuseppe.

Nella società civile e nella nostra città ci sono giovani e giovanissimi che stanno lavorando con tanta passione e con ottimi risultati come i ragazzi di Ciconia Start che i sono associati solo 3 anni fa e stanno organizzando la seconda edizione di Ciconia Summer Festival. Pochi giorni fa ci hanno invitato a cena e hanno ipotizzato una iniziativa da fare insieme nella prossima edizione del loro festival; non possiamo che essere disponibili e aperti alle loro idee.

Tornando  al lavoro delle  scuole  non si può non ricordare che fra questi c’è il logo del festival del dialogo: i ragazzi del Liceo d’Arte ci presentarono 40 bozzetti di grande bellezza; dovemmo sceglierne uno soltanto per il nostro festival, ma credete che per arrivare a scegliere non fu semplice.

Ci fu l’impegno, allora, di valorizzare e dare visibilità a tutti quei lavori, per questo stiamo facendo una raccolta e a settembre verrà presentata presso l’aula magna di palazzo Negroni con una iniziativa pubblica.

In quella occasione l’aula dei processi dell’ex tribunale, delle contrapposizioni, delle accuse, degli scontri e anche delle liti. dovrebbe diventare aula del dialogo: è un’idea su cui abbiamo iniziato a lavorare circa un anno e mezzo fa insieme al Centro Studi e al Comune di Orvieto.

Per noi questa sarebbe un segnale importante: l’intitolazione di quella sala sarebbe un segnale preciso, perché il dialogo si appropria di uno spazio fisico, perché è un segnale che dà continuità a quel «manifesto per Orvieto città del dialogo» da noi lanciato ormai da qualche tempo e che ha visto l’approvazione all’unanimità del consiglio comunale, sebbene non abbia avuto ancora seguito.

Inoltre il 5° Festival del Dialogo si svolgerà nei giorni 19 /20 /21 ottobre prossimi.

Stiamo già lavorando con associazioni e persone che daranno il proprio contributo, abbiamo già fatto richiesta al Comune sia per il patrocinio che per l’utilizzo del palazzo dei congressi, sperando che per quella data siano superati i problemi che oggi esistono per il suo utilizzo..

Abbiamo già programmato la giornata delle scuole elementari e medie, stiamo lavorando su iniziative culinarie, musicali e di cultura popolare avendo già la disponibilità dei lettori portatili di Slow Food, di realtà interessate a lavorare sul tema; già ci sono contatti con interlocutori  che daranno spessore e contenuti importanti al festival.

L’anno scorso due giovani ragazze nostre associate hanno allestito all’interno della mostra una piccola rassegna di corti cinematografici, a seguito di quella iniziativa hanno proposto un’idea molto interessante: il “festival dei corti cinematografici”, che, collegato al festival del dialogo, si svolgerà il fine settimana successivo. Le due ragazze stanno già lavorando a questo progetto insieme ad altri giovani e ci sembra davvero una bella idea.

Ci sembra di registrare  una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione comunale verso il mondo del volontariato, che vuole  dare  una mano a costruire la cornice del futuro e che non è alla ricerca del nemico per sopravvivere ma di punti di riferimento sicuri, di un minimo comune denominatore; per questo ci sembrò importante la posizione del consiglio comunale sul manifesto per Orvieto città del dialogo.

È con questo spirito che  abbiamo aderito al forum del Terzo Settore ed abbiamo firmato un protocollo d’intesa con la società TEMA per lavorare con il centro studi e con tutte le altre realtà citate prima.

A volte nelle nostre riunioni pensiamo di avere la presunzione di poter vincere le sfide che ci stanno davanti da soli e da Orvieto; certamente non è così, siamo nati per fare la nostra piccola parte, per dare un piccolissimo contributo credendoci ed essendo coerenti, siamo una goccia in quel mare che però è fatto di gocce.

Come avrete notato di carne al fuoco ce n’è ogni anno di più, questo rende più impegnativa l’organizzazione oltre ad aumentare i problemi finanziari, d’altronde, però, non si può sperare che un bambino rimanga tale per giocarci tutta la vita; allora è naturale crescere perché sta nel nostro d.n.a.

Allora servono nuove idee, nuove risorse umane e finanziarie (anche un euro è importante).

Ringraziamo chi a contribuito fin qui e quelli che lo faranno, tutti gli sponsor, la fondazione cassa di Risparmio, la cassa di risparmio di Orvieto, il credito Cooperativo, tutti i soci, tutti coloro che partecipano a questa festa, tutti coloro che hanno già dato disponibilità per il 2018.

Rassicuriamo tutti che le risorse sono spese in maniera oculata e rigorosa come riportato nel bilancio discusso oggi.

Io dico sempre che nell’osso del prosciutto che noi spolpiamo non ci trova più niente neanche il cane.

Mi avvio a concludere dicendo che nel buio medievale che stiamo attraversando va accesa qualche luce di rinascimento con il dialogo, da lì deve nascere l’energia per quella luce, i nodi che sono venuti al pettine non sono più rinviabili; tutti sappiamo che bisogna avere un nuovo rapporto con la natura, che il 3 agosto abbiamo utilizzato tutte le risorse che il pianeta ci mette a disposizione e siamo entrati in debito con esso e che quel debito continuerà ad aumentare, tutti constatiamo come la nuova tecnologia sia entrata nella nostra vita, l’ha trasformata e la trasformerà sempre più.

Questo non va visto come elemento soltanto negativo, poiché fa parte di quell’orologio della storia che gira sempre più veloce e dal quale non dobbiamo farci  travolgere, tanto meno pensare di fermarlo.

Ma sarà l’uomo ad utilizzarla o sarà la tecnologia che in mano a pochi creerà l’uomo che vogliono costoro?

Non possiamo non constatare le disparità crescenti, le nuove povertà a cui si aggiungono altre tensioni che crescono ogni giorno, sia individuali che collettive, e che riempiono quello spazio dove la  democrazia, la libertà (che come diceva Gaber non è soltanto uno spazio libero), il senso comune, il vivere civile, stanno lasciando il posto a idee di altra natura che tutti conosciamo, ricordandoci sempre che il potere non ha mai il  vuoto.

Fermarsi alla nostalgia del  passato sarebbe come pensare di fermare quell’orologio o come percorrere l’autostrada nel senso contrario: è un pericolo troppo grande.

Quell’energia non nasce all’improvviso e non scende dal cielo, ma si nutre della storia dell’uomo e quindi anche della storia di Orvieto; e allora dobbiamo conoscerla, capirla ed usarla come ingrediente fondamentale per impastarne dell’altra.

Un esempio concreto, credo importante: circa un mese fa è stata organizzata l’importantissima giornata della memoria; ho partecipato al convegno e al dibattito ed ascoltando mi è venuta in mente una riflessione che voglio esprimere: anche la memoria non può essere fine a se stessa, altrimenti si ossida, si deteriora, rischia di non essere più utilizzata e quindi dimenticata.

Questo aumenterebbe quel vuoto che altre idee potrebbero riempire, accrescendo tensioni pericolose con sbocchi drammatici delle quali l’uomo può pagare prezzi  altissimi e poi dovrà ricordarli come altri giorni della memoria.

Noi possiamo spenderci aprendoci a noi stessi e al mondo mettendo a disposizione l’arte, la cultura, la storia delle quali dobbiamo essere gelosi custodi, ma non esclusivi possessori, ecco perché abbiamo lanciato l’idea del festival del dialogo e il manifesto per Orvieto città del dialogo.

La fase storica che viviamo ha bisogno di essere contagiata da un sano protagonismo, da nuove idee, da un nuovo impegno, abbassando lo schermo del sospetto che ci rende spesso soli e depressi.

In tutti i limiti di questo intervento c’è tutta la volontà di guardare avanti e, come abbiamo altre volte detto, questo palcoscenico è a disposizione di tutti, dai giovani ai giovanissimi e a tutte le età e culture che credono nell’esigenza del dialogo e apertamente guardare al futuro.

Consapevoli che una razza umana, che vive in una città che si chiama mondo, troverà fatica a percorrere questa strada, ma anche stimoli importanti che gratificano la sua esistenza.

Vi ringrazio ed auguro a tutti una buona domenica di festa con la nostra associazione.